San Salvador, El Salvador – L’amicizia coi senza fissa dimora, punto fermo in una vita precaria e senza certezze

Lo scorso 19 febbraio la famiglia di Sant’Egidio a San Salvador ha celebrato i 46 anni dalla fondazione della Comunità madre di Roma nella parrocchia di San José de la Montaña. Erano presenti anche i poveri che il movimento conosce e aiuta in città, e in particolare quelli che sono costretti a vivere in strada. Durante la liturgia è stato ricordato anche uno di loro, Erick Modesta, recentemente scomparso.
Erick viveva nei pressi del mercato centrale di San Salvador e ogni mercoledì aspettava gli amici della Comunità per quello che era divenuto l’appuntamento centrale della sua settimana, il punto fermo di una vita altrimenti precaria e senza certezze.
Era un altro quando parlava con loro, questo ex camionista che aveva perso il lavoro per problemi di salute ed aveva finito per rifugiarsi nell’alcool. Apprezzava la possibilità di una conversazione più libera e più alta, si interessava della vita delle persone che lo andavano a trovare, era partecipe alle loro difficoltà e alle loro speranze
Il 29 gennaio, ultimo mercoledì della sua vita, Erick si sentiva già male, ma aveva voluto fermarsi a lungo con Carlos, uno dei membri della comunità che lo conosceva da più tempo, riandare con la memoria alla storia della loro lunga amicizia, dargli in un certo senso il suo ultimo saluto, assicurargli le sue preghiere.
L’amicizia di Erick è stata qualcosa di prezioso per la comunità di San Salvador. La sua memoria si lega a quella di tanti altri fratelli e amici di Sant’Egidio in quel paese, da William Quijano ad altri, e diviene impegno a vivere con maggior fedeltà la vicinanza alle tante periferie esistenziali di questo nostro mondo.

 

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