Roma, Italia – I Giovani per la Pace e le scuole medie dicono “No” alla guerra e “Sì” all’amicizia tra le generazioni

Si è tenuto ieri a Roma, in una gremitissima grande sala del quartiere EUR, il Palatlantico, il momento conclusivo dell’annuale concorso per studenti delle scuole secondarie di primo grado (le scuole “medie”) organizzato dal movimento dei Giovani per la Pace della capitale, il “Living Together” 2015, giunto quest’anno alla sua quinta edizione. 
All’incirca un migliaio di studenti provenienti da tutta Roma hanno assistito a uno spettacolo condotto, tra gli altri, dal popolare presentatore Max Giusti, articolato in testimonianze, videoclip, esibizioni di giovanissimi talenti provenienti dai laboratori musicali Sounds for Peace. 
I lavori prodotti in questi primi mesi di scuola e giunti alla giuria esaminatrice del concorso sono stati numerosissimi. Alcuni più “acerbi”, altri più raffinati, tutti testimoniavano di un entusiasmo che si era diffuso contagioso tra gli adolescenti e li aveva portati a riflettere su diversi temi, l’amicizia tra giovani e anziani ed il valore di una solidarietà intergenerazionale, la memoria delle guerre del secolo scorso e della Shoah, il desiderio di vivere un tempo di pace, di convivenza, di inclusione.
I più anziani hanno avuto un ruolo fondamentale nella preparazione della convention, aiutando i più giovani a vedere la pace di cui gran parte dell’Europa gode – pur di fronte ad uno scenario che papa Francesco non ha esitato a definire di “una terza guerra mondiale a pezzi” – come un tesoro prezioso, da non dilapidare, anzi da custodire e trasmettere a tutto il mondo e al tempo che verrà.
E’ stato bello vedere tanti giovani che in maniera convinta e gioiosa sottolineavano il valore della pace, dicevano di volersi impegnare per la pace. Se si pensa che proprio 100 anni fa tanti loro coetanei manifestavano per le strade di Roma per chiedere l’intervento in quella che sarebbe stata chiamata la Grande Guerra si misura il grande passo in avanti che la memoria condivisa degli sbagli del passato e la comune costruzione di una nuova coscienza civile hanno fatto compiere in questi decenni. Un lavoro – questo l’impegno dei Giovani per la Pace, della Comunità di Sant’Egidio, ma anche del mondo della scuola e di ogni uomo o donna di buona volontà – che non va minimamente abbandonato, piuttosto portato avanti e trasmesso in profondità.

 

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