Bujumbura, Burundi – Sant’Egidio e lo spirito di Assisi nel cuore dell’Africa

Una preghiera interreligiosa dal grande valore simbolico si è svolta nei giorni scorsi nel cuore dell’Africa, in Burundi. 
Un cuore ancora segnato dai violenti scontri etnici degli anni scorsi – non si dimentichi che la composizione etnica della popolazione del piccolo paese centrafricano è molto simile a quella del vicino Rwanda, di cui proprio pochi giorni fa si è commemorato l’anniversario del genocidio del 1994 – e la cui pace interna è a rischio per l’approssimarsi di un difficile appuntamento elettorale.
Ecco spiegato il perché dell’invito che la Comunità di Sant’Egidio del Burundi e l’Arcidiocesi di Bujumbura, la capitale, hanno rivolto a esponenti di diverse religioni e confessioni, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, per vivere insieme una giornata all’insegna dello Spirito di Assisi, per pregare per la pace. 
E davvero lo spirito della città di San Francesco, lo spirito del dialogo interreligioso e della ricerca della pace, hanno riempito il grande spazio in cui si assiepavano centinaia di burundesi e in cui hanno voluto essere presenti anche molti leader politici e rappresentanti della società civile.
Tra i momenti più toccanti la testimonianza di Judith, 73 anni, donna anziana che ha visto troppe volte i fratelli uccidere i fratelli nel pur piccolo stato sul lago Tanganyika, o quella di Bruce, ragazzo di 11 anni della Scuola della Pace di Sant’Egidio, che ha voluto invitare tutti a vivere e crescere alla scuola della pace.
Ospite d’eccezione mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma, già mediatore durante i negoziati di pace per il Burundi svoltisi negli anni scorsi a Roma e ad Arusha (Tanzania), il quale ha esortato dirigenti e popolo burundesi a continuare a “mostrare il coraggio della pace. Il Burundi deve continuare ad essere un esempio per tutti che la pace è possibile, e che solo lo strumento del dialogo può farla crescere”. 

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