Gorongosa, Mozambico – L’impegno di Sant’Egidio per favorire la riconciliazione e la pace

Mentre si addensano in varie parti del mondo minacce alla pace, dopo un agosto segnato dalle notizie provenienti da Gaza, dal nord Iraq, dall’Ucraina, negli stessi giorni in cui si ricordano i 100 anni dalla I guerra mondiale e l’inizio della II guerra mondiale, è bello registrare che qualche focolaio di conflitto si spegne, che i demoni della guerra possono essere incatenati dalla ragionevolezza e dalla riconciliazione.
Sì la pace è possibile, la pace può essere il presente ed il futuro. Ce lo testimonia quanto sta accadendo nelle foreste del Mozambico centrale, nella zona di Gorongosa, dove mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliario della Diocesi di Roma e il Viceministro italiano per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda, hanno incontrato Afonso Dhlakama, leader della RENAMO, storico oppositore del FRELIMO, al governo, protagonista alcuni decenni fa di una lunga guerriglia, per certi versi tentato di riprendere la via della macchia negli scorsi mesi. 
Come già 22 anni fa – il 4 ottobre 1992 proprio a Roma veniva firmata la pace che concludeva la guerriglia di cui sopra – la Comunità di Sant'Egidio e il Governo italiano hanno lavorato per raggiungere un accordo che riuscisse a ricomporre il modus vivendi fra le due parti per il bene del paese, e in vista delle elezioni di metà ottobre. 
Dopo la conclusione della fase negoziale a Maputo l’incontro di Gorongosa ha permesso di stemperare le ultime difficoltà. Il leader della RENAMO ha espresso la volontà di tornare nella capitale e di lavorare per l’implementazione degli accordi. Un analogo impegno è stata riaffermato anche dal presidente in carica, Armando Guebuza.

 

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