I lebbrosi di Nacopa hanno finalmente una nuova casa. In un anno e mezzo di lavori le 20 casette dove abitano, un tempo in rovina, sono state restaurate dagli amici della Comunità di Sant’Egidio di Namitoria.
Oggi la lebbra è perfettamente curabile, non è più un’emergenza sanitaria in Mozambico, e molti dei malati del passato sono riusciti a reinserirsi nella società. Il che non toglie che alcuni di essi soffrano ancora di molte limitazioni e continuino ad aver bisogno di assistenza e di vicinanza.
E’ la vicinanza che da dieci anni vive la Comunità di Namitoria, piccolo villaggio del distretto di Angoche, nel nord del Mozambico. I suoi membri visitano il lebbrosario di Nacopa, che è nelle vicinanze, e i suoi 45 ospiti, distribuiscono generi alimentari o vestiti, organizzano il pranzo di Natale.
Gli amici di Sant’Egidio nel lebbrosario sono in maggioranza anziani. Arrivati da bambini, accompagnando i genitori malati, una volta cresciuti, non sapendo dove altro andare, non hanno più lasciato il comprensorio.
E però quel luogo, man mano che si svuotava dei malati, veniva sempre più abbandonato all’incuria. Le case erano in pessime condizioni, scrostate, pericolanti, senza finestre e senza porte.
La Comunità ha capito che si trattava di prendersi cura della situazione, di intervenire per ridare normalità e dignità a quel piccolo gruppo di ex malati.
Perché la casa è la possibilità di una vita differente, è il segno che le cose cominciano a cambiare in meglio. I fratelli e le sorelle della comunità di Namitoria, aiutati dagli sforzi di altre realtà di Sant’Egidio, hanno iniziato a restaurare le case e le hanno poi consegnate agli anziani, con un “termo de entrega”, una dichiarazione ufficiale.
Era la fine dell’emergenza, l’inizio di un futuro possibile, perché normale. Un anziano lebbroso, entrando nella sua nuova abitazione, ha detto: “Adesso posso dormire tranquillo. Anche se piove non mi bagno”.