Memoria dei defunti con le famiglie Sinti a Genova

Il 17 novembre la Comunità di Sant’Egidio e le famiglie Sinti di Genova si sono raccolte in preghiera e hanno ricordato i loro defunti. L’amicizia di Sant’Egidio con la comunità di Sinti piemontesi, residenti nel campo di Bolzaneto, è iniziata nel 1984. Molti degli adulti di oggi sono stati bambini delle Scuola della Pace e questo legame, vissuto con familiarità e affetto, si è tramandato ed è cresciuto attraverso le generazioni. 
La preghiera si è svolta nella Chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta del Serro, luogo di incontro  e amicizia con il quartiere, dove in questi anni i bambini e i ragazzi del campo hanno frequentato il catechismo e hanno ricevuto la prima Comunione e la Cresima.
Un anno fa, a Bolzaneto si era recato in visita l’arcivescovo di Genova, cardinale Angelo Bagnasco, che aveva invitato le famiglie del campo a custodire le loro tradizioni e sottolineato il grande valore della "accoglienza della vita in tutte le sue fasi", radicato nella cultura dei rom e sinti. Nell’indimenticabile incontro con i Sinti di Genova, il presidente della CEI aveva invitato la cultura occidentale a "prendere esempio dai nomadi, dai loro valori, che sono i figli e la sacralità della vita anche quando sta andando verso il cielo".

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Conoscere la storia dell’Europa attraverso i suoi testimoni, per esserne nuovi cittadini: l’incontro di Genti di Pace con Rita Prigmore, testimone dell’olocausto dei Rom

Il 14 ottobre, domenica pomeriggio si è svolta a Roma un’affollata assemblea di Genti di Pace,il movimento di immigrati di ogni nazione e fede della Comunità di Sant’Egidio, per ascoltare una testimone d’eccezione: Rita Prigmore, Sinta tedesca, scampata alle persecuzioni naziste e personalmente vittima dei folli esperimenti medici del dott. Menghele.

Più di 300 persone – e tra loro vari Rom e Sinti – del Movimento Genti di Pace, hanno ascoltato in un silenzio partecipe e commosso il racconto della sig.ra Prigmore; dalla storia della sua famiglia commerciante di cesti in vimini, all’arrivo delle leggi razziali e dei primi deportatati nei campi di concentramento, fin alla tragica esperienza personale degli esperimenti medici sui gemelli che ha portato alla morte della sorella e ad aver subito lei stesso gravi interventi.

Poi Rita Prigmore, felicitandosi dell’esperienza di Genti di Pace, ha concluso con un appello per il presente e il futuro: “non accettate mai che vi siano discriminazioni per una presunta razza o un gruppo etnico o religioso; costruite insieme un’Europa che sa accogliere tutti”.

Daniela Pompei introducendo l’incontro ha sottolineato l’importanza per Genti di Pace (movimento costituito da italiani e immigrati provenienti da oltre 120 paesi) di conoscere la storia del nostro continente – anche all’indomani del conferimento del Premio Nobel per la pace alla UE – attraverso le parole di una testimone eccezionale come Rita Prigmore, per essere cittadini consapevoli e pronti alla costruzione della nuova Europa.

 

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