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Giovani europei in cammino per un mondo senza violenza e senza razzismo. A Budapest, con Sant’Egidio
Sant’Egidio e Giovani per la Pace: un nuovo appuntamento per dire no alla violenza
Non è la prima volta che si incontrano. Sono i Giovani per la Pace della Comunità di Sant’Egidio, studenti delle scuole superiori e universitari. Nelle ultime settimane abbiamo ricevuto tante notizie delle loro iniziative per contrastare un clima violento che si va diffondendo, anche a livello giovanile.
Gli Africa Flashmob (di cui abbiamo visto i video) e le assemblee "Siamo tutti romani" per favorire l’integrazione e contrastare ogni forma di xenofobia e di razzismo, hanno avuto grande successo, indicando come il desiderio di una società plurale e pacifica non sia solo di alcuni, ma nel cuore di tanti.
Ora tornano con una nuova convocazione: City for Life, per un mondo senza violenza, un’assemblea a cui prenderà parte, come testimone dei rischi della deriva violenta, anche un giovane texano di origini del Bangladesh, Rais Buhyian, vittima del clima di violenza e di odio scatenatosi negli Stati Uniti dopo l’11 settembre, fondatore di un’associazione che propone la riconciliazione e il perdono e si oppone all’uso della pena di morte.
L’appuntamento è all’ITIS Galilei, Via Conte Verde, 51 Roma, il 29 novembre alle ore 16. Facciamolo sapere a tanti!
In 2000 verso Auschwitz con Sant’Egidio
Migliaia di giovani europei sono in partenza verso Auschwitz, in Polonia, per partecipare ad un grande incontro di riflessione sull’antisemitismo e dire no al razzismo e alla violenza che, anche se con volti diversi, sembrano riprendere spazio nelle nostre società colpite dalla crisi economica. Provengono da otto paesi, specialmente dell’Europa orientale: oltre all’Italia, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Russia, Slovacchia, Ucraina e Ungheria. E’ la terza edizione dell’Incontro Internazionale “Giovani europei per un mondo senza violenza”, organizzato dalla Comunità di Sant’Egidio.
La proposta nasce dall’aver constatato, specialmente tra le giovani generazioni, un aumento degli episodi di violenza nei confronti delle minoranze e degli stranieri. Negli ultimi anni sembrano riemergere in modo preoccupante atteggiamenti antisemiti, di antigitanismo, xenofobia e razzismo, che sfociano spesso in atti criminali. Riappaiono bande neonaziste, si ripetono aggressioni contro contro rom e immigrati.
Da ciò l’importanza di visitare Auschwitz, luogo simbolo dell’orrore delle discriminazioni.
I duemila giovani ascolteranno testimonianze commoventi di sopravvissuti dell’olocausto. Come quella di Rita Prigmore, donna sinta tedesca, sopravvisssuta allo sterminio nazista della seconda guerra mondiale che eliminò anche 500 mila zingari europei. Nel recente incontro “Uomini e religioni” a Sarajevo, Rita ha raccontato la sua storia dolorosa. Deportata con la famiglia, fu sottoposta agli esperimenti sui gemelli del dottor Mengele che causarono la morte della sorellina Rolanda. Scampata alla morte, ha vissuto negli Stati Uniti e recentemente è tornata in Germania per gestire un’organizzazione di sinti per la difesa dei diritti umani.
La visita ai luoghi della Shoah, le testimonianze e i tre giorni di riflessioni vogliono essere per i giovani un’occasione per rendere i giovani europei protagonisti della sfida decisiva per l’Europa: promuovere la cultura del convivere e riconoscere la dignità della differenza.