Si è conclusa da qualche giorno la campagna “di cortesia” che in Costa d’Avorio ha visto protagonista la locale Comunità di Sant’Egidio, impegnata nello sforzo di mettere al centro dell’attenzione pubblica la vita degli anziani ivoriani, il loro bisogno, il loro desiderio di un più forte patto intergenerazionale.
Gli anziani, che nella società tradizionale africana erano influenti e rispettati, sono ora, nel mutato contesto socioeconomico, nel differente clima culturale di una globalizzazione senz’anima, sempre meno considerati, quando non abbandonati, sempre più soli, sempre più lontani dal fluire della vita, a volte vittime del pregiudizio e di quella superstizione per cui continuerebbero a vivere “succhiando” l’altrui esistenza, quella dei neonati che vivono pochi giorni e così via (un pregiudizio e una superstizione che possono avere conseguenze anche gravissime, non solo la solitudine e l’emarginazione, ma anche i linciaggi).
La campagna, che ha fatto perno sulla cittadina di Ouellé, ha visto succedersi assemblee informative nelle scuole, iniziative di sensibilizzazione nelle piazze dell’abitato, una grande festa finale per la “celebration des personnes agés”. La speranza è che essa avvii una riconciliazione tra giovani e anziani, apra a un rinnovato incontro tra le generazioni, possa essere replicata in altri contesti, in altre città e paesi africani.