E’ un ricordo carico di affetto quello della Comunità di Sant’Egidio per il cardinale Carlo Maria Martini, espresso insieme alla profonda gratitudine per la sua grande testimonianza di pastore e per il suo amore per la Parola di Dio: "La profonda conoscenza delle Scritture, da lui predicate negli anni Settanta nelle periferie di Roma insieme a Sant’Egidio quando era rettore della Università Gregoriana, il suo amore per i deboli e per i poveri, la sua passione per la pace e il dialogo, condivisi in tanti anni di amicizia, restano per tutti come preziosa eredità della sua passione evangelica per la Chiesa e per il nostro tempo".
Mons. Vincenzo Paglia, Presidente del Pontificio consiglio per la famiglia, e assistente spirituale della Comunità di Sant’Egidio, intervistato dalla Radio Vaticana, lo ricorda così:
"Il mio ricordo è quello di un uomo di Dio, di un uomo appassionato del Vangelo, e di un uomo che voleva portare il Signore accanto, anzi, nel cuore della gente. Io lo ricordo quando, allora giovane rettore del Biblico, diceva: ”Io parlo molto di evangelizzazione, ma faccio poco con i poveri. Io vorrei spendere almeno mezza giornata della settimana con i più poveri”. Questa affermazione poi divenne realtà. E lui trascorreva ogni giovedì pomeriggio con un anziano che era a Trastevere, lavando i piatti, pulendo per terra, andando a fargli la spesa. Ecco, questo Vangelo che arrivava attraverso i credenti nel cuore dei più deboli, dei più poveri, è uno dei segni più belli che ricordo del cardinale Martini, che poi ha vissuto tutto questo in maniera straordinaria divenendo arcivescovo di Milano"
D. – La commozione per la morte del cardinale Martini è stata condivisa da credenti e non ..
Paglia: " Sì. Il cardinale Martini era un prete che aveva l’ideale di Paolo VI, cioè una Chiesa che sapesse parlare di Dio e del Vangelo all’uomo di questo tempo. Questo è stato il grande impegno del cardinale: cercare di dire il Vangelo di sempre con un linguaggio che l’uomo di oggi avesse potuto comprendere, perché la Parola di Dio deve entrare nelle parole degli uomini per fermentare. Ecco perché oggi piangono in tanti, credenti e non, la scomparsa di questo grande testimone. Pensiamo quando le Brigate Rosse consegnarono a lui un arsenale di armi, ecco, noi possiamo capire quanto c’è bisogno di uomini di questa caratura, di credenti con questa passione, con questa straordinaria intelligenza pastorale. Martini resta indubbiamente un grande maestro, e vorrei dire anche un grande italiano e, aggiungo, un grande europeo. Ricordo ancora con estrema nettezza quando, soprattutto da Milano in poi, lui credeva che l’Europa doveva conservare e proclamare con ancor maggiore forza il messaggio cristiano al mondo. E oggi, mentre il mondo sembra frantumarsi, l’Europa indebolirsi, il messaggio del cardinale Martini è come consegnato alle nostre mani, perché noi, a nostra volta, continuiamo lo sforzo, l’impegno, che lui non ha mai lesinato lungo tutta la sua vita, compreso il tempo della malattia"
D. – Il percorso del cardinale Martini si è intrecciato molte volte con quello della comunità di Sant’Egidio, soprattutto per quanto riguarda la promozione del dialogo tra le religioni ..
Paglia: " Sì. L’incontro del cardinale Martini con la comunità di Sant’Egidio risale al 1974, quando lui, ricordo, teso a vivere la Chiesa secondo le immagini degli Atti degli Apostoli, voleva stare vicino ai poveri. Tutte le domeniche andava a celebrare la Messa in un locale, una ex pizzeria, con questa piccola comunità di Sant’Egidio, nei quartieri della Roma di allora, i quartieri di periferia. E poi, man mano, il legame con la comunità si è via via allargato con la vita stessa della comunità: gli incontri con gli altri credenti a partire dagli ebrei, dagli ortodossi ai protestanti, ma poi anche con il mondo islamico e anche con i non credenti, già negli anni ’80. In questo senso, la comunità perde un grande amico che comunque continuerà ovviamente a ispirare le migliaia di persone che già in questa vita hanno avuto in lui un punto di riferimento."