A inizio ottobre è uscito in italiano il libro che Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant’Egidio, ha dedicato a La sorpresa di papa Francesco. Un volume che parte dallo shock delle dimissioni di Benedetto XVI per approdare agli scenari appunto sorprendenti apertisi con l’elezione di Bergoglio a successore di Pietro. Un papa anziano capace di esprimere una singolare giovinezza spirituale, un pontefice venuto “quasi dalla fine del mondo” pronto a porre al centro della riflessione della Chiesa temi quali l’opzione per i poveri, la speranza, l’incontro, il dialogo, la testimonianza.
In tanti dei contesti italiani in cui Sant’Egidio è presente il libro è stato presentato con un buon successo di pubblico. Si è così avuto modo di approfondire quella riflessione che la Comunità ha avviato sin dall’inizio del pontificato e che è testimoniata dalla rubrica “Parole di papa Francesco” sul sito www.santegidio.org.
C’è bisogno di conoscerlo meglio, papa Francesco. Di ascoltare le sue parole. Di qui l’importanza del libro di Andrea Riccardi. In esso si traccia un articolato bilancio dei primi mesi del pontificato, ma ci si sofferma soprattutto sulle radici di un percorso spirituale complesso e coraggioso, sviluppatosi in una grande metropoli sudamericana quale Buenos Aires, a contatto con tante periferie esistenziali.
Il volume apre alla sorpresa di questo papato, che sembra destinata ad andare ben oltre la corrente di simpatia immediata che ha toccato tanta gente, cristiani e non, quella corrente di cui tutti siamo testimoni.
Stiamo forse percorrendo un tornante decisivo nella millenaria storia della Chiesa. Stiamo forse entrando in un tempo in cui il cattolicesimo segnerà un incontro significativo e fruttuoso col mondo di oggi e di domani, con le sue sfide e le sue promesse.
Forse, come dice Bauman, “Bergoglio sa[prà] parlare alla spiritualità tipica del nostro tempo, [a coloro che] desiderano rintracciare un senso nella frammentarietà delle loro esistenze individuali, [che] sono ancora in attesa di un ‘evangelo’, nell’accezione originaria del termine, di una buona notizia”.