Delle immagini che parlano di una festa che unisce poveri e ricchi, uomini e donne di nazioni e fedi diverse; di una festa che crea una famiglia larga, senza confini, capace di accogliere chi famiglia non ha, capace di suscitare gioia e calore attorno a sé.
Sono le immagini della festa del pranzo di Natale.
Le immagini che il sito www.santegidio.org ha iniziato a diffondere a un ritmo più veloce di quanto si desidererebbe per assaporarle con calma, le immagini dei tanti Natali delle comunità di Sant’Egidio nel mondo, di quell’unico, grande Natale che assume i tratti di un moderno presepe.
“Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia” dicono gli angeli ai pastori all’inizio del Vangelo di Luca, all’inizio di una storia di speranza e di salvezza. Noi, moderni pastori, tanto più sofisticati e a volte diffidenti, siamo invitati a farci avanti, a guardare alle tante mangiatoie che significano amicizia, solidarietà, condivisione.
Mangiatoie vicine e lontane. Mangiatoie africane, americane, asiatiche, europee. Mangiatoie di bambini orfani, o in istituto, di zingari, di lebbrosi, di anziani soli, o ancora in istituto, di carcerati, di senza fissa dimora, di disabili, di malati. Mangiatoie realizzate con mezzi poveri o con grande dispiego di risorse. Mangiatoie perfette e più “arrangiate”.
In tutte giace quella forza debole e innocente, quel sogno di riscatto e di rinascita, che potranno rivoltare il nostro mondo stanco e invecchiato.
anziani la cui costruzione è prevista in Africa nei prossimi mesi.
Ecco perché la casa alloggio di Blantyre è solo la prima, il primo di una serie di spazi aperti alla speranza e alla solidarietà intergenerazionale. Già altre case alloggio, ancora in Malawi, e poi in Mozambico, in Benin, in Burkina Faso, in Costa d’Avorio, nella Repubblica Democratica del Congo, sono in fase di progettazione..jpg)
paesi, culture e religioni diverse.
“La crisi europea e la crisi della Chiesa hanno provocato il conclave a una scelta intelligente, e cioè quella di un Papa che veniva da un altro mondo, dove quelle crisi non c’erano”, è stato sottolineato. Ma il valore e la portata di tale scelta vanno ben oltre: “In un tempo che vede dissolversi tante reti il problema dell’uomo della globalizzazione è quello dell’individualismo. Ebbene, la Chiesa è risposta
Francesco all’Angelus di domenica scorsa, 10 novembre: "Preghiamo per i nostri fratelli nelle Filippine e cerchiamo di far giungere loro il nostro aiuto concreto!"..jpg)
bambini che non ci sono più.
strategy da una fase molto difficile della sua storia, una stagione segnata dall’instabilità e da una violenza diffusa.
Dal 1992 la Comunità ha rafforzato la sua presenza e i legami di amicizia nel quartiere del Bambular, a San Salvador. El Salvador è sommerso da una piena di violenza, a causa dell’imperversare delle maras, le bandi giovanili impregnate di un vero e proprio culto del sangue, di un disprezzo per la vita. Solo il 3 luglio scorso si sono contati 27 omicidi. Ma al Bambular, dove Sant’Egidio organizza da anni la Scuola della Pace, dove da tempo si parla contro la violenza e in favore della pace e di una cultura della vita, ecco che le maras non attecchiscono.