Roma, Italia – Sant’Egidio e i padri sinodali fanno memoria dei cristiani perseguitati

Si è appena concluso il Sinodo dei Vescovi sulla famiglia, convocato – come ha detto papa Francesco nell’omelia di beatificazione di Paolo VI – per “rispondere, con coraggio, alle innumerevoli sfide del presente”, per “prendersi cura delle ferite che sanguinano e a riaccendere la speranza di tanta gente senza speranza”.
Tra le ferite presenti al cuore della Chiesa è senz’altro la difficile condizione che tanti cristiani vivono nel mondo, tra marginalizzazione, discriminazione, persecuzione –  è anche di questo che si discute nel Concistoro di oggi, 20 ottobre, alla presenza dei Patriarchi orientali, sui cristiani in Medio Oriente e sull’impegno della Chiesa per la pace in quella regione -. 
E’ nella medesima prospettiva che domenica 12 ottobre, nella basilica di San Bartolomeo, padri sinodali dell’Europa, dell’Africa e dell’Asia hanno pregato insieme alla Comunità di Sant'Egidio, facendo memoria di quanti hanno perso la vita per il Vangelo e invocando protezione e pace per i perseguitati dei nostri tempi.
Ricordando i cristiani che soffrono in Medio Oriente e altrove il card. Schönborn, arcivescovo di Vienna, ha detto: “Il martirio è anche storia e testimonianza di una profonda unità delle Chiese nella tribolazione”. E’ l’unità plasticamente visibile in una basilica nelle cui cappelle laterali le reliquie di martiri di tutte le confessioni ricordano concordemente una storia di sofferenza e insieme di riscatto, i due volti del Novecento e del secolo che è appena iniziato.

 

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