San Salvador – I luoghi di mons. Romero, testimone di pace e giustizia, martire della carità

Qui di seguito postiamo le immagini di alcuni dei luoghi che ricordano la vita e la morte dell’arcivescovo Oscar Arnulfo Romero, beatificato la scorsa vigilia di Pentecoste a San Salvador.

Mons. Oscar Arnulfo Romero e la Parola di Dio

 

 

Immagini della casa di Romero nel compound dell’ospedaletto dove fu ucciso il 24 marzo 1980, oggi museo
    
 

 
      

La sua auto                                            Ex voto sulle pareti della casa di Romero

   

 

Le decorazioni esterne della cattedrale di San Salvador e l'interno

      

 

La chiesa accanto all’ospedaletto. Qui Romero venne ucciso mentre celebrava la messa il 24 marzo 1980

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La tomba di Romero nella cripta della cattedrale di San Salvador 

 

 

 

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Maroua, Camerun – I giovani, gli anziani e la morbidezza dell’amicizia

In quella prospettiva di vicinanza e di accompagnamento reciproco tra giovani e anziani che è uno dei temi sui quali di più insiste la predicazione di papa Francesco, le comunità di Sant’Egidio in Africa e ovunque desiderano rendere vitale e gioioso il rapporto tra le generazioni, tra l’età della memoria e l’età delle possibilità.
Tutto ciò si traduce in diversi modi. Nella visita affettuosa, nella lotta contro ogni stigma e credenza superstiziosa nei confronti dei più anziani, nonché nel sostegno fattivo, operoso, attento e fedele.
E’ quanto accaduto ad esempio a Maroua, nella parte più settentrionale del Camerun, che è una delle zone minacciate dagli scontri accesi da Boko Haram, ma anche una delle più povere del paese. Molti sono gli anziani che vivono una condizione di povertà estrema, vuoi perché condividono la scarsità di risorse che è di tutti, vuoi perché si ritrovano senza parenti prossimi, abbandonati nelle loro capanne senza il minimo indispensabile. 
I membri di Sant'Egidio in Camerun hanno voluto con i loro non enormi mezzi supportare questi anziani più in difficoltà, accogliendoli in una famiglia allargata che non fa mai mancare la propria presenza e le propria premura. Di qui al scelta di raccogliere fondi per comprare e donare dei materassi, a partire dal villaggio di Ouzzang, poco fuori Maroua. Un gesto basilare, il segno che si ha qualcuno su cui poter contare in ogni occasione della vita, un modo di ricordare che l’amicizia smussa le asperità della vita, la rende più morbida e più facile.

 

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Genova, Italia – Sinergie per sconfiggere la povertà

Tante volte si è come tentati di pensare che non si possa fare molto per aggredire e sconfiggere la povertà. Sul piano nazionale o si è un paese in via di sviluppo, o si è un paese avanzato, sì, “ma c’è la crisi …”. Sul piano internazionale il peso delle dinamiche globali ci schiaccia e ci rende impotenti. E allora?
Allora si tratta di credere nei piccoli passi, nella tenacia della fedeltà, nelle strategie fantasiose ed intelligenti, nelle sinergie tra esperienze e possibilità. E’ quel che hanno voluto fare la Comunità di Sant’Egidio di Genova e Costa Crociere Foundation nell’ideare e portare avanti il progetto di assistenza e responsabilità sociale “Un tetto per chi non ce l'ha”. Avviato nell’autunno 2014 il progetto ha permesso di restaurare alcuni alloggi del centro storico genovese per permettere a una dozzina di senza fissa dimora e a una famiglia rimasta senza casa di poter ricominciare da capo, e con un tetto sulla testa. 
Una piccola goccia nel mare, che però vuol dire tanto, in particolare per chi ne è stato direttamente coinvolto. Ma anche per chi potrà replicare altrove e in futuro un tale esempio. Che sia il caso di pensarci?

 

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Germania – I Giovani per la Pace e i naufragi nel Mediterraneo: contro l’indifferenza, per una cultura più umana e solidale

Di fronte alla tragedia che si consuma ormai da anni nel Mediterraneo, con la morte di migliaia di migranti e di uomini, donne e bambini in cerca di asilo, la Comunità di Sant’Egidio lavora per costruire in diversi paesi europei una cultura della misericordia e dell’accoglienza, nonché per offrire una mano tesa, aiuto e conforto a chi riesce a sbarcare. 
Tra le tante iniziative di solidarietà, preghiera, confronto, che le comunità europee hanno messo in piedi nelle scorse settimane, in particolare dopo la morte di circa 900 migranti nel Canale di Sicilia, ci si vuole soffermare sull’invito rivolto dai Giovani per la Pace delle realtà tedesche di Sant’Egidio agli studenti di diverse scuole superiori perché condividessero con loro un gesto di umanità e di accoglienza, perché dicessero “No” a una cultura dell’indifferenza e dello scarto e “Sì” a una cultura differente, della responsabilità e della sacralità della vita. 
In diverse scuole e piazze di Berlino, Würzburg, Mönchengladbach, Monaco, etc., i giovani liceali, di Sant’Egidio e non, hanno deposto fiori per ricordare le vittime dei viaggi della speranza, leggendo le storie di alcuni profughi, scoprendo insieme che – come ha ricordato recentemente papa Francesco – sono “uomini e donne come noi, persone che cercano la felicità”. 

 

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L’Avana, Cuba – La pace è un’arte che si impara insieme, giovani e anziani

In questi giorni in cui si annuncia il prossimo viaggio di papa Francesco a Cuba, mentre il disgelo in corso tra la repubblica caraibica e gli Stati Uniti è una delle poche buone notizie sullo scenario internazionale, la Comunità di Sant’Egidio dell’isola è impegnata nel radicare la sua presenza, nel rafforzare la propria amicizia coi poveri, nella sfida di parlare alle nuove generazioni, comunicando a tutti “l’arte di costruire la pace”. 
E’ questo il nome di una campagna di solidarietà che i Jovenes por la Paz (Giovani per la Pace), il movimento giovanile di Sant'Egidio, sta portando avanti in diverse città cubane e in particolare nella capitale, L’Avana.
Laddove Sant’Egidio è presente tra i giovani, un po’ in tutto il mondo, un tema centrale è quello della solidarietà tra le generazioni, dell’amicizia tra i giovani e gli anziani. I giovani delle scuole secondarie scelgono di porre al centro l’attenzione nei confronti dei più anziani come un’occasione preziosa per far camminare insieme il passato, il presente, il futuro; come un impegno a far sì che nessuno sia messo ai margini della vita sociale; come un richiamo a una gioia, a una sensibilità, a una speranza, che sia di un popolo, e di un popolo intero. L’arte di gioire e di sperare, l’arte di costruire la pace, si imparano insieme, rifiutando la cultura dello scarto e ponendo le basi di una cultura dell’inclusione. Perché ognuno si arricchisce nell’incontro con l’Altro.
Ecco allora che all’Avana si sono succeduti per diversi giorni incontri, rappresentazioni, momenti di festa, laboratori di disegno, fotografia, canto, ballo, teatro. L’opportunità per tanti di esprimere il proprio talento, mettendolo a frutto a vantaggio degli altri, e in specie dei più poveri. 
Il tutto è culminato in un grande evento conclusivo a Plaza de Belén, nel cuore dell’Avana “vecchia”. Le giovani generazioni, riunite sullo sfondo della città coloniale, saldavano il passato al futuro e indicavano una via possibile di solidarietà intergenerazionale, di azione civile e culturale.

 

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Bujumbura, Burundi – Sant’Egidio e lo spirito di Assisi nel cuore dell’Africa

Una preghiera interreligiosa dal grande valore simbolico si è svolta nei giorni scorsi nel cuore dell’Africa, in Burundi. 
Un cuore ancora segnato dai violenti scontri etnici degli anni scorsi – non si dimentichi che la composizione etnica della popolazione del piccolo paese centrafricano è molto simile a quella del vicino Rwanda, di cui proprio pochi giorni fa si è commemorato l’anniversario del genocidio del 1994 – e la cui pace interna è a rischio per l’approssimarsi di un difficile appuntamento elettorale.
Ecco spiegato il perché dell’invito che la Comunità di Sant’Egidio del Burundi e l’Arcidiocesi di Bujumbura, la capitale, hanno rivolto a esponenti di diverse religioni e confessioni, a tutti gli uomini e le donne di buona volontà, per vivere insieme una giornata all’insegna dello Spirito di Assisi, per pregare per la pace. 
E davvero lo spirito della città di San Francesco, lo spirito del dialogo interreligioso e della ricerca della pace, hanno riempito il grande spazio in cui si assiepavano centinaia di burundesi e in cui hanno voluto essere presenti anche molti leader politici e rappresentanti della società civile.
Tra i momenti più toccanti la testimonianza di Judith, 73 anni, donna anziana che ha visto troppe volte i fratelli uccidere i fratelli nel pur piccolo stato sul lago Tanganyika, o quella di Bruce, ragazzo di 11 anni della Scuola della Pace di Sant’Egidio, che ha voluto invitare tutti a vivere e crescere alla scuola della pace.
Ospite d’eccezione mons. Matteo Zuppi, vescovo ausiliare di Roma, già mediatore durante i negoziati di pace per il Burundi svoltisi negli anni scorsi a Roma e ad Arusha (Tanzania), il quale ha esortato dirigenti e popolo burundesi a continuare a “mostrare il coraggio della pace. Il Burundi deve continuare ad essere un esempio per tutti che la pace è possibile, e che solo lo strumento del dialogo può farla crescere”. 

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San Salvador – Un video sull’annuncio da parte di mons. Paglia della data per la prossima beatificazione di Romero

La comunità di Sant’Egidio di San Salvador segnala un bel video, reperibile sulla piattaforma youtube (https://youtu.be/JQI4PgCtGDY), che testimonia la gioia dei fedeli salvadoregni all’annuncio da parte di mons. Vincenzo Paglia, postulatore della causa di beatificazione di mons. Romero, della data scelta per la cerimonia, il successivo 23 maggio. 
Nel video, di una decina di minuti, ci si sofferma anche sul monumento funebre dell’arcivescovo martire, quella tomba meta di pellegrinaggio e oggetto di venerazione da parte di tutto un popolo, che è stata realizzata, grazie anche al contributo della Comunità di Sant’Egidio, da un artista italiano. Lo scultore ha inteso porre la figura distesa di Monseñor tra quattro angeli, rappresentanti i quattro Vangeli, a significare la centralità della Parola di Dio nella vita del presule; sul petto della figura di Romero è come scavata una croce, all’interno dei cui bracci una pietra rossa ricorda il martirio avvenuto il 24 marzo 1980.

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Bruxelles, Belgio – Insieme per la pace, il sogno di un mondo diverso

In un tempo in cui si succedono attentati che pretendono di avere una giustificazione religiosa, si procede a vere e proprie persecuzioni di confessioni minoritarie, si parla con troppa leggerezza di scontri di civiltà e di guerre di religione, è significativo il messaggio lanciato a Bruxelles, in Belgio, domenica scorsa. 
Organizzata dalla Comunità di Sant'Egidio con rappresentanti delle varie chiese cristiane, dell’Islam e dell’ebraismo, capace di attrarre migliaia di cittadini belgi, credenti e non, desiderosi di dire “No” alla violenza e alla contrapposizione, “Sì” alla convivenza ed alla pace, la manifestazione “Together in Peace” sì è snodata per le vie di Bruxelles esprimendo la volontà di tanti di non farsi intrappolare nella logica della paura e dell’inimicizia, di continuare ad alimentare il sogno di un mondo differente.

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